Fimosi: Cause, Sintomi e Trattamenti presso Jesolo Medical Care

Fimosi: cause, sintomi e cure

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Condizione molto comune in neonati e bambini piccoli, la fimosi consiste nel “restringimento del prepuzio”; questa classica definizione può indicare una semplice stenosi prepuziale, così come la presenza di disturbi più gravi non ancora emersi che potrebbero dar vita a conseguenze più severe.

Quando si parla di fimosi non si fa riferimento a una vera e propria patologia, quanto a una caratteristica della morfologia anatomica genitale maschile ampiamente diffusa nei neonati e nei bambini piccoli, nei quali tende a risolversi più o meno spontaneamente. Nei bambini più grandi, invece, può trattarsi della conseguenza di una condizione infiammatoria che ha causato la formazione di tessuto cicatriziale. Infine, negli adulti può manifestarsi a seguito di un’infezione ed è molto importante risolverla immediatamente per prevenire peggioramenti e complicanze.

In linea generale, la fimosi non viene considerata come un problema, a meno che non sia accompagnata da sintomi specifici come l’impossibilità di urinare, il che richiede invece un pronto intervento medico.

Quali sono le cause della fimosi?

Così come spiegato dagli urologi di Jesolo Medical Care, sono generalmente tre le cause che possono impedire il corretto movimento del prepuzio innescando la fimosi:

  • la parte finale del prepuzio è troppo stretta e/o poco elastica, quindi non è in grado di allargarsi al punto da consentire di scoprire il glande. Questo è il caso di bambini e adolescenti, ma può presentarsi anche negli adulti;
  • la superficie interna del prepuzio si fonde con il glande, il che accade esclusivamente tra i giovani adulti;
  • il frenulo è troppo corto e questo impedisce una completa retrazione del prepuzio (il cosiddetto “frenulo breve”).

Inoltre, proprio in base all’origine della fimosi, è possibile compiere una distinzione tra:

  • fimosi congenita, presente cioè fin dalla nascita;
  • fimosi acquisita, che si manifesta in età adulta.

In questo secondo caso, le cause scatenanti possono essere patologiche, soprattutto infettive, come:

  • balanite e balanopostite, caratterizzate da un’infiammazione a carico della testa del glande e, a volte, del prepuzio dal lato interno. Se trascurata, con il passare del tempo può causare il progressivo restringimento del prepuzio al punto da impedirne lo scorrimento;
  • lichen sclerosus, la causa più comune di fimosi acquisita la cui origine rimane ancora oggi sconosciuta. Si sa solo che provoca la formazione di tessuto cicatriziale che, a sua volta, restringe il prepuzio riducendone l’elasticità;
  • diabete non controllato o scarsa igiene intima, che favoriscono la comparsa di infezioni e aumentano il rischio di fimosi.

Un’attenzione particolare è da rivolgere allo smegma, una sostanza maleodorante e dalla consistenza simile a quella del formaggio che si forma proprio a causa di un’inadeguata igiene intima. In particolare, è composto da cellule epiteliali derivanti dalle mucose, sebo e materiali umidi di provenienza urinaria.

Di per sé, lo smegma è una sostanza benigna che, di norma, contribuisce a pulire a lubrificare i genitali, ma se non rimosso regolarmente può causare pericolose infezioni le quali, a loro volta, possono degenerare in fimosi.

Quali sono i sintomi della fimosi?

Il principale sintomo della fimosi è l’impossibilità di far scorrere il prepuzio in modo da scoprire il glande, ma possono presentarsi tre situazioni differenti con sintomi propri:

  • fimosi serrata, che avviene quando il restringimento impedisce totalmente lo scorrimento del prepuzio, al punto da impedire la minzione e ostacolare l’igiene intima;
  • fimosi non serrata, cioè quando non si può scoprire il glande a pene eretto. In questo caso non insorgono problemi particolari, ma è molto importante indossare il preservativo durante i rapporti sessuali per evitare il rischio di parafimosi;
  • parafimosi, una situazione di emergenza che si verifica quando il prepuzio scopre il glande e non è più in grado di tornare al punto di partenza, il che provoca una sorta di “strangolamento” dello stesso con il rischio di incorrere in pericolose complicazioni.

La complicazione peggiore della fimosi è il tumore del pene, un cancro molto raro che, tuttavia, può essere prevenuto se si tratta e si risolve la fimosi con le dovute terapie e si attua una corretta igiene intima.

Come si ottiene la diagnosi di fimosi?

Per ottenere la diagnosi di fimosi, così come suggerito dagli urologi del Poliambulatorio Jesolo Medical Care, bisogna eseguire un’attenta anamnesi e un accurato esame obiettivo. L’iter diagnostico è, sostanzialmente, clinico, semplice e di breve durata.

Come si cura la fimosi?

Se la fimosi colpisce bambini e adolescenti non richiede alcun trattamento, in quanto la condizione tende a risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi.

Se la fimosi si manifesta in ragazzi e adulti e non comporta alcun problema, si decide tendenzialmente di non intervenire, dato che qualsiasi trattamento potrebbe compromettere la normale vita sessuale. In alcuni casi, si può ricorrere a una terapia farmacologica, basata sull’applicazione di creme cortisoniche per alleviare l’infiammazione e ridurre la risposta immunitaria, in modo da consentire al paziente un lieve recupero dell’elasticità.

Se la fimosi è acquisita e provocata da agenti infettivi, allora è fondamentale intervenire immediatamente per risolvere la causa scatenante; solitamente, si ricorre a creme antibiotiche o antimicotiche e, al contempo, gli urologi consigliano di eseguire una serie di delicati esercizi di stretching del prepuzio per favorirne lo scorrimento.

Se la fimosi è particolarmente grave, cioè causa problemi di minzione, o se il trattamento farmacologico non porta alcun risultato, allora si procede con un piccolo intervento chirurgico che prevede la circoncisione. In sostanza, si pratica un’operazione in anestesia locale che prevede l’asportazione completa del prepuzio, così da lasciare il glande totalmente scoperto.

L’intervento è risolutivo, quindi non richiede ulteriori trattamenti post-intervento. In alternativa, si può procedere con la postectomia parziale che consiste nell’asportazione, appunto, parziale del prepuzio.

In entrambi i casi, per fortuna, il recupero è abbastanza rapido: la ferita tende a guarire nell’arco di 14 giorni e bisogna astenersi dall’attività sessuale per circa 3-4 settimane. Il glande, che rimane completamente o parzialmente scoperto, viene solitamente avvertito in modo diverso dal paziente, in genere più sensibile; tuttavia si tratta di una sensazione momentanea, che tende a scomparire nel corso delle settimane successive all’intervento.

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