Osteopatia pediatrica: tutti i benefici per i più piccoli
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L’osteopatia parte dal presupposto che tutte le parti dell’organismo umano siano interdipendenti e connesse tra loro e, di conseguenza, concepisce la salute di ciascun individuo nella sua totalità.
L’obiettivo del trattamento osteopatico, basato su manipolazioni corporee, pressioni leggere e altri piccoli movimenti, punta non tanto a curare i sintomi, quanto a stimolare il naturale processo di autoguarigione.
Lo stesso vale per l’osteopatia pediatrica, cioè l’insieme di quei trattamenti appositamente studiati per i più piccoli. L’approccio è leggermente diverso: si scelgono tecniche molto delicate, adatte quindi al corpo di bimbi e neonati, come manipolazioni, massaggi e leggere pressioni su schiena, cranio, addome e altre zone del corpo.
L’osteopatia pediatrica è rivolta ai più piccoli a partire già dalle prime loro settimane di vita fino ai 16 anni ed è in grado di trattare scompensi della struttura ossea, malformazioni e disfunzioni dell’apparato legamentoso e membranoso, in modo da evitare iter terapeutici lunghi e dolorosi in età adulta.
Osteopatia nel neonato: in cosa consiste?
Negli ultimi anni, il numero di genitori che decide di rivolgersi a un osteopata per la risoluzione di alcune problematiche dei loro piccoli è in aumento; questo perché, come già spiegato, l’osteopatia pediatrica corrisponde a una terapia dolce e non invasiva, ideale per intervenire a seguito di un parto traumatico o quando i neonati appaiono inquieti o non vogliono dormire.
É bene ricordare che il neonato, durante il parto, compie un viaggio abbastanza traumatico, che può causargli non poche pressioni; in alcuni casi, una volta venuto al mondo, il piccolo può manifestare segni traumatici evidenti, in particolare a livello del cranio e del collo. Dato che tutto questo potrebbe influire negativamente sulla sua crescita e sul suo benessere, è molto importante intervenire immediatamente, almeno entro i primi 6 mesi di vita.
Quali disturbi del neonato può curare l’osteopatia pediatrica?
Quando i genitori si rivolgono a un osteopata pediatrico lo fanno perché il neonato ha manifestato determinate problematiche, che possono comprendere:
- plagiocefalia;
- coliche;
- difficoltà di suzione e allattamento;
- torcicollo;
- disturbi del sonno;
- irritabilità;
- iperattività;
- rigurgiti e reflusso gastroesofageo;
- stipsi;
- pianto disperato;
- otiti.
Se e quando si presentano uno o più disturbi tra quelli elencati, è opportuno rivolgersi immediatamente a un osteopata pediatrico; l’obiettivo, infatti, consiste nell’intervenire fin dai primi mesi di vita del bambino così da prevenire eventuali peggioramenti durante la crescita.
Quali sono i benefici dell’osteopatia pediatrica sui neonati?
Sono numerosi gli studi in merito ai benefici che i neonati possono ottenere da un trattamento manipolativo osteopatico (TMO); in particolare, quest’ultimo si rivela molto utile per i nati prematuri, dato che riduce la durata della degenza e favorisce l’aumento di peso ponderale giornaliero.
Per i neonati in generale, poi, è altamente consigliato per il trattamento di:
- piede torto congenito: associare il TMO al classico trattamento ortopedico può ridurre talmente tanto l’entità di questa comune malformazione da evitare, in alcuni casi, l’intervento chirurgico;
- ittero neonatale: il TMO velocizza il recupero in numerosi casi, riducendo così il rischio di conseguenze a lungo termine.
Inoltre, il trattamento manipolativo osteopatico sui neonati ha un ruolo determinante nella gestione delle coliche e delle crisi di pianto, oltre che nel miglioramento della qualità del sonno.
L’osteopatia neonatale ha controindicazioni?
L’osteopatia pediatrica ha effetti positivi sulla salute e sul benessere del neonato e, al contempo, si rivela una modalità di trattamento tanto sicura, quanto dolce e delicata. Ovviamente è necessario rivolgersi a osteopati specializzati proprio in trattamento pediatrico, che sappiano approcciarsi a strutture non ancora formate tipiche dei neonati.
Tuttavia, pur trattandosi di una pratica leggera e non invasiva, l’osteopatia neonatale non è del tutto esente da alcuni rischi: nonostante le reazioni avverse siano praticamente rare, è altamente sconsigliato il TMO nei bambini con fratture, traumi cranici, tumori, infezioni gravi o affetti da patologie acute.
Osteopatia nei bambini in età scolare: in cosa consiste?
L’osteopatia pediatrica abbraccia sia la fase neonatale, sia quella successiva del percorso evolutivo dei bambini; quando questi ultimi raggiungono l’età scolare, i genitori possono rivolgersi a un valido osteopata per il trattamento di:
- cefalee e mal di testa;
- otiti medie e ricorrenti;
- disturbi posturali;
- sinusiti;
- problemi di occlusione dentale;
- disturbi del sonno;
- alterazioni della marcia.
Le problematiche elencate richiedono un approccio multidisciplinare, che deve coinvolgere quindi non solo il lavoro dell’osteopata, ma anche quello di dentista, podologo, logopedista, psicologo e qualunque altro specialista possa rivelarsi utile.
Come si svolge la visita dall’osteopata pediatrico?
Nel corso della prima visita, l’osteopata pediatrico pone delle domande ai genitori in merito al motivo del consulto, allo stato di salute generale del bambino, all’eventuale assunzione di farmaci e alle abitudini quotidiane. Compie, in poche parole, un’accurata anamnesi.
Successivamente, l’osteopata pediatrico osserva il bambino e lo visita facendogli compiere alcuni movimenti per valutare la postura e capire, al contempo, se esistano asimmetrie o aree disfunzionali. Si tratta dell’esame obiettivo.
Infine, ottenuto in quadro chiaro della situazione, l’osteopata pediatrico riferisce ai genitori le possibili cause del disturbo e formula un percorso terapeutico personalizzato. Se per alcuni bambini basta un solo incontro, per altri potrebbero essere necessarie più sedute.
Quanto dura la visita osteopatica pediatrica?
In genere, una seduta di osteopatia pediatrica dura circa 60-75 minuti, in base alla tipologia del problema da trattare.
Quali sono i rischi dell’osteopatia pediatrica?
Come più volte sottolineato, l’osteopatia pediatrica agisce basandosi su manipolazioni e tecniche dolci e mai invasive, che limitano il rischio di controindicazioni. Tuttavia, si tratta pur sempre di manipolazioni corporee che, in alcuni casi, potrebbero comportare effetti indesiderati. Questo può accadere soprattutto se ci si affida a mani poco esperte che, anziché risolvere il problema, possono provocare lesioni agli arti o al midollo spinale.
Inoltre, il trattamento manipolativo osteopatico pediatrico è controindicato nei bambini che presentano malattie infettive, fratture, malformazioni congenite e traumi cranici.
L’osteopata pediatrico può prescrivere farmaci?
Assolutamente no. Sia per legge, sia per vocazione, l’osteopata si avvale solo ed esclusivamente delle sue mani per la risoluzione di qualsiasi problema. Tramite la palpazione manuale, infatti, riesce a individuare tensioni e rigidità e, attraverso il trattamento manipolativo, a ristabilire la corretta funzionalità di ogni distretto coinvolto.
L’osteopata pediatrico collabora con altri professionisti?
Certamente. L’osteopata non solo collabora con altri professionisti, ma si avvale delle loro capacità e della loro esperienza per il trattamento mirato e funzionale di neonati e bambini. Di solito, sono coinvolte le seguenti figure: pediatra, neonatologo, neuropsichiatra infantile, ginecologo, ostetrica, ortopedico, neurologo, neurochirurgo, fisiatra, fisioterapista, logopedista e psicologo.