L’acido ialuronico è diventato “famoso” nel 1934, anno in cui è stato isolato, analizzato, studiato e ritenuto adatto per numerosi usi e applicazioni, anche in campo medico. In particolare, le sue proprietà hanno sempre dato un grande contributo alla medicina estetica, permettendole di andare oltre i limiti imposti dalla medicina classica spingendo il mondo del benessere verso nuovi orizzonti.
Il primo utilizzo dell’acido ialuronico in medicina estetica è relativamente recente ma, dopo essere stato impiegato la prima volta, è diventato protagonista indiscusso di questa branca della medicina, oltre che delle aziende produttrici di cosmetici e trattamenti di bellezza.
In particolare, la biorivitalizzazione (conosciuta anche come biolifting) sfrutta l’acido ialuronico come una sorta di “impalcatura” del tessuto connettivo, in modo che la pelle sia in grado di mantenere il giusto livello di elasticità, idratazione e tonicità. Questo perché l’acido ialuronico favorisce la produzione di collagene ed elastina da parte dei tessuti, rivelandosi una vera e propria rivoluzione nel campo della medicina estetica e spingendo verso trattamenti sempre meno invasivi e, piuttosto, orientati al ripristino delle naturali peculiarità dei tessuti.
Cos’è la biorivitalizzazione?
Per biorivitalizzazione si intende un trattamento dall’azione, appunto, rivitalizzante per la pelle. É ben noto, infatti, che il fisiologico processo di invecchiamento cellulare rallenta gradualmente il rinnovamento della pelle che, con il passare del tempo, perde tono, elasticità e idratazione. Ecco perché si formano le rughe, compaiono fastidiosi inestetismi e si assiste a un’inevitabile lassità cutanea.
Come accennato, la biorivitalizzazione è nota anche come biolifting; tuttavia, esistono differenze nette tra la prima e il filler: sebbene i due condividano l’iniezione sottocutanea di sostanze come l’acido ialuronico, i filler tendono a “riempire”, mentre la biorivitalizzazione ha l‘obiettivo di idratare e stimolare la produzione di collagene ed elastina.
A cosa serve il biolifting con acido ialuronico?
Il primo obiettivo del biolifting a base di acido ialuronico consiste, quindi, nel contrastare il normale processo di invecchiamento cutaneo e le sue conseguenze per i tessuti. Ecco perché viene ampiamente impiegato per la cura di cicatrici e inestetismi: stimolando la rigenerazione naturale dei tessuti, i fibroblasti del tessuto cicatriziale vengono spronati a produrre più elastina e collagene, due sostanze che garantiscono una corretta cicatrizzazione.
Non solo, perché la biorivitalizzazione è indicata anche per:
- alleviare le rughe;
- migliorare il tono e l’elasticità della pelle;
- trattare il photoaging, causato da una prolungata esposizione ai raggi UV.
Presso Jesolo Medical Care è possibile affidarsi a mani esperte e specializzate, in grado di mettere in atto la tecnica del biolifting correttamente e in totale sicurezza, sfruttando le proprietà dell’acido ialuronico per restituire alla pelle la sua naturale luminosità.
Le proprietà dell’acido ialuronico
Ma perché proprio l’acido ialuronico? La risposta è abbastanza semplice: l’invecchiamento cutaneo comporta la riduzione delle quantità di alcune sostanze fondamentali per la salute e la bellezza della pelle, primo tra tutte proprio l’acido ialuronico, ed è per questo che la biorivitalizzazione o biolifting inietta questa sostanza nelle zone bisognose. Inoltre, trattandosi di una sostanza che si trova naturalmente nell’organismo, è estremamente sicura e generalmente non comporta alcun effetto collaterale.
In sintesi, l’acido ialuronico viene scelto come sostanza principale del biolifting per i seguenti motivi:
- mantiene la pelle costantemente e adeguatamente idratata;
- costituisce l’impalcatura dei tessuti preservandone tono e forma;
- agisce da filtro contro virus e batteri;
- favorisce la cicatrizzazione.
Dato che una riduzione dei livelli di acido ialuronico comporta effetti negativi sui tessuti cutanei, che appaiono spenti e segnati da inestetismi, trattamenti come il biolifting possono rivelarsi estremamente utili per mantenere una pelle sana, giovane e bella il più a lungo possibile.
Come si esegue la biorivitalizzazione con acido ialuronico?
La procedura del biolifting con acido ialuronico è semplice e non invasiva, il che è possibile grazie allo sviluppo di metodologie innovative di ultima generazione. In pratica, si eseguono delle microiniezioni a livello dermico con aghi sottilissimi (da 30/33 G) in regime ambulatoriale. Il trattamento non è doloroso, tuttavia in alcuni casi si ricorre alla somministrazione di anestetico locale per permettere al paziente di tollerare appieno l’intero procedimento.
Insieme all’acido ialuronico, poi, il medico può anche decidere di iniettare ulteriori sostanze (in concomitanza o in sostituzione):
- vitamine A, B3, B5, B6, B12, C ed E;
- sali minerali;
- sostanze con proprietà antiossidanti;
- aminoacidi, utili per contrastare i danni cellulari e favorire la produzione di collagene.
Quanto dura la procedura di biolifting con acido ialuronico?
La procedura di biorivitalizzazione con acido ialuronico richiede dai 20 ai 40 minuti. Si tratta di un trattamento abbastanza veloce, poco invasivo e tendenzialmente indolore. In base alle necessità stabilite dal medico estetico, potrebbe essere necessario un ciclo di più
sedute per avere un risultato efficiente.
Il biolifting con acido ialuronico ha effetti collaterali?
Dopo il trattamento, il paziente potrebbe manifestare piccoli edemi e arrossamento cutaneo, ma si tratta di effetti collaterali assolutamente innocui che tendono a risolversi spontaneamente nelle ore successive.
La biorivitalizzazione con acido ialuronico è un trattamento definitivo?
No, nonostante i risultati della biorivitalizzazione con acido ialuronico siano molto positivi, il trattamento non può considerarsi definitivo, il che comporta la necessità di ripetere la procedura con cadenza regolare fino a quando non si riattiva la naturale produzione di elastina e collagene.
Può sembrare svantaggioso, ma non lo è, anzi: il fatto che il trattamento debba ripetersi nel tempo permette di ottenere risultati graduali e naturali, oltre che di ridurre praticamente al minimo il rischio di effetti collaterali. L’organismo, infatti, assimila naturalmente le sostanze iniettate tramite biolifting che, da semplice trattamento estetico, si trasforma in un nutrimento periodico per le cellule epidermiche.
Inoltre, per incentivare i risultati del biolifting con acido ialuronico, è possibile abbinare altre tecniche che aumentino anche l’efficacia delle sostanze iniettate. In particolare, i chirurghi estetici scelgono spesso:
- radiofrequenza;
- tecnica PRP;
- ossigenoterapia;
- lifting;
- biostimolazione laser;
- lipofilling;
- blefaroplastica;
- luce pulsata;
- carbossiterapia;
- terapia fotodinamica;
- ecnica biostimolante con fili in PDO;
- needling ossigenato.
La biorivitalizzazione con acido ialuronico ha controindicazioni?
Pur trattandosi di un trattamento sicuro, non invasivo e indolore, il biolifting con acido ialuronico è controindicato nei seguenti casi:
- donne in gravidanza o in fase di allattamento;
- pazienti affetti da malattie autoimmuni;
- pazienti con infezioni cutanee locali in corso;
- pazienti affetti da malattie infettive acute;
- pazienti che soffrono di allergie.
A che età è possibile fare la biorivitalizzazione con acido ialuronico?
Dato che il biolifting a base di acido ialuronico serve a contrastare i segni del tempo e, quindi, provocati dall’invecchiamento cutaneo, è possibile iniziare a sottoporsi al trattamento a partire dai 30 anni in via preventiva. Sulla pelle più matura, invece, quindi dai 40 anni in poi, la biorivitalizzazione con acido ialuronico è molto utile per alleviare le rughe, migliorare la tonicità della pelle e riattivare il metabolismo cellulare.