La tiroide è una piccola ghiandola che si trova alla base del collo, incaricata di svolgere numerose funzionalità e attività metaboliche dell’organismo, compresi il battito cardiaco, la temperatura corporea, la respirazione, la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Per fare ciò, produce specifici ormoni come la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4), la cui produzione viene regolata dal TSH, un altro ormone originato dall’ipofisi.
Può succedere che la tiroide non funzioni correttamente e per i motivi più svariati. A un suo malfunzionamento possono seguire disfunzioni anche importanti, così come l’insorgenza di vere e proprie patologie. L’iter diagnostico si avvale, a tal proposito, dell’ecografia tiroidea, un accertamento che consente di valutare le dimensioni della tiroide e lo stato di salute dei vasi sanguigni intorno, degli organi adiacenti e dei linfonodi. É possibile, inoltre, rilevare la presenza di noduli e altre malformazioni, il che fa rientrare l’ecografia tiroidea tra gli esami di prevenzione dei tumori a carico della ghiandola e delle zone limitrofe.
A cosa serve l’ecografia tiroidea?
L’ecografia tiroidea è un esame diagnostico che consente di valutare lo stato di salute della tiroide, in particolare le sue dimensioni e la sua struttura, e la presenza di noduli tiroidei. Solitamente, viene richiesta dall’endocrinologo (ma anche dal diabetologo) nel momento in cui gli esami del sangue mostrano alterazioni nei valori degli ormoni tiroidei o positività degli anticorpi anti-tiroide, oppure quando la ghiandola tiroidea appare ingrossata o si avvertono noduli alla palpazione.
Entrando più nel dettaglio, l’ecografia tiroidea è indispensabile nella diagnosi o in presenza di:
- ipertiroidismo, causato da un’iperattività della tiroide che produce ormoni tiroidei non necessari. In pratica, l’ipertiroidismo è il risultato di una produzione eccessiva di ormoni tiroidei. Esistono quattro forme diverse di ipertiroidismo: ipertiroidismo primitivo, ipertiroidismo secondario, ipertiroidismo terziario e ipertiroidismo iatrogeno;
- ipotiroidismo, l’esatto opposto dell’ipertiroidismo, quindi la tiroide è meno attiva e produce una quantità inferiore (e quindi non adeguata) di ormoni tiroidei. Anche in questo caso esistono quattro tipologie di ipotiroidismo: ipotiroidismo primitivo, ipotiroidismo secondario, ipotiroidismo terziario e ipotiroidismo iatrogeno;
- gozzo, cioè un ingrossamento generalizzato della tiroide che può derivare da fattori diversi, ipotiroidismo e ipertiroidismo compresi. Esistono diverse tipologie di gozzo: gozzo congenito (presente fin dalla nascita), gozzo sporadico (provocato di solito da terapie farmacologiche errate), gozzo endemico (causato da una carenza di iodio nella dieta), gozzo da gravidanza, gozzo da tiroidite, gozzo da nodulo o cancro alla tiroide e gozzo da adenoma tossico;
- malattia di Basedow, conosciuta anche come Morbo di Graves, una condizione medica frutto della combinazione gozzo e ipertiroidismo;
- noduli tiroidei, tumori di natura benigna che crescono lentamente e, in alcuni casi, possono provocare diversi problemi di salute;
- cancro della tiroide, un tumore maligno che rientra tra i principali motivi di ricorso alla tiroidectomia, cioè l’intervento chirurgico mirato alla rimozione della tiroide;
- tiroidite, cioè l’infiammazione della tiroide, che comprende la tiroidite di Hashimoto (una malattia autoimmune), la tiroidite acuta, la tiroidite subacuta e la tiroidite post-partum.
Non solo, perché l’ecografia alla tiroide può essere utile (se non necessaria) anche quando:
- membri della famiglia soffrono di disturbi/patologie tiroidee;
- la regione anteriore del collo appare ingrandita;
- si soffre di disfagia, cioè sensazione di corpo estraneo in gola;
- si soffre di disfonia.
Infine, è bene sottoporsi a ecografia tiroidea quando gli esami tiroidei indicano un’alterazione dei valori di:
- TSH;
- FT4;
- calcitonina;
- anticorpi anti-tiroidei.
Bisogna sottolineare che le malattie della tiroide sono condizioni piuttosto diffuse nella popolazione mondiale in generale, tanto che le statistiche dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) confermano che interesserebbero almeno un miliardo di persone sparse tra i vari continenti.
Volendo, e se necessario, all’ecografia tiroidea possono essere associati altri esami, quali la tecnica color doppler e l’elastosonografia, così come la scintigrafia tiroidea.
Come si esegue l’ecografia tiroidea?
Esattamente come tutte le tecniche ecografiche, anche l’ecografia tiroidea basa il suo funzionamento sulla capacità dei tessuti di riflettere gli ultrasuoni emessi da una sonda elettrica. Il paziente viene fatto accomodare su un lettino e, dopo un esame obiettivo da parte del medico, viene fatta scorrere la sonda sul collo in modo che l’apparecchio possa registrare l’intensità delle onde riflesse, convertirle in segnali elettrici e ricostruzione in tempo reale l’aspetto anatomico della tiroide.
L’ecografia tiroidea è un esame indolore, non invasivo, di breve durata che permette di ottenere un notevole numero di informazioni su forma, struttura ed eventuali alterazioni della ghiandola. A fine esame, infatti, il medico è già in grado non solo di dare una diagnosi, ma anche di fornire indicazioni terapeutiche.
Più nello specifico, grazie all’ecografia tiroidea è possibile valutare:
- la presenza di eventuali noduli;
- la forma dei noduli;
- la consistenza dei noduli, che può essere solida, liquida o mista;
- la vascolarizzazione del tessuto.
Ciò che non è possibile fare con l’ecografia tiroidea è risalire alla natura dei noduli, quindi non permette di accertare se siano maligni o benigni. Per ottenere una risposta, è necessario procedere con l’agoaspirato tiroideo: si introduce un ago sottilissimo attraverso l’epidermide in modo da prelevare un campione da analizzare in laboratorio.
L’agoaspirato tiroideo è un esame sicuramente più invasivo, che può provocare fastidio così come la comparsa di un piccolo livido; tuttavia, si tratta comunque di effetti collaterali passeggeri e, in generale, è un esame estremamente sicuro con bassissimi rischi.
A fine ecografia, il medico può decidere di eseguire ulteriori esami:
- il color doppler e il power doppler, che permettono di valutare la vascolarizzazione generale della tiroide o di noduli non rilevabili alla palpazione;
- l’elastosonografia, che consente di valutare la durezza del tessuto tiroideo e dei noduli, fornendo ulteriori dettagli utili alla diagnosi finale.
Fatto questo, il paziente può tranquillamente tornare a casa e riprendere lo svolgimento delle sue consuete attività quotidiane.
Quanto dura l’ecografia della tiroide?
L’ecografia della tiroide è un esame molto breve, che richiede tra i 10 e i 20 minuti. Si tratta di un esame indolore, non invasivo e privo di complicazioni.
Come prepararsi all’ecografia tiroidea?
L’ecografia tiroidea non prevede alcuna preparazione in particolare. Il paziente deve semplicemente rimuovere eventuali gioielli posti sul collo e portare con sé i referti di eventuali altri esami eseguiti precedentemente.
L’ecografia tiroidea ha controindicazioni?
No, l’ecografia tiroidea è un esame sicuro, veloce e indolore che non comporta alcuna controindicazione. Possono eseguirla, quindi, anche i bambini, le donne in gravidanza e i pazienti più fragili.