Varicocele: cause, sintomi e cure
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Tra le condizioni che interessano il mondo maschile e accuratamente trattate presso il Poliambulatorio Jesolo Medical Care rientra il varicocele, una dilatazione anomala delle vene che si trovano all’interno dello scroto che hanno il compito di drenare i testicoli dal sangue povero di ossigeno.
In genere, il varicocele ha origine idiopatica, quindi si manifesta a causa di fattori sconosciuti o, comunque, non riconoscibili; i casi più rari, però, può essere la conseguenza di tumori collocati nella sede addominale o pelvica.
Se nella maggior parte delle circostanze il varicocele è asintomatico, in casi sporadici può provocare alcuni disturbi, come dolore e gonfiore scrotale, e degenerare in complicanze quali l’infertilità maschile e l’atrofia testicolare.
Proprio perché può essere asintomatico e idiopatico, il varicocele può essere diagnosticato solo tramite la combinazione di un accurato esame obiettivo e di un’ecografia testicolare, eseguita anche dai nostri radiologi dello Jesolo Medical Care. A seguito dei risultati ottenuti, se il varicocele non interferisce con la fertilità del paziente e non provoca dolore non necessita di trattamenti specifici; se, invece, è sintomatico e causa di infertilità, allora richiede l’intervento chirurgico.
Quali sono le cause del varicocele?
Per poter parlare di cause del varicocele, così come sottolineato dagli urologi di Jesolo Medical Care, bisogna distinguere la condizione in due tipologie:
- varicocele idiopatico, tipico di adolescenti e giovani adulti, che consiste nella dilatazione delle vene del plesso pampiniforme non collegata ad alcuna patologia, né condizione specifica. Le cause, quindi, sono sconosciute ed è la forma più comune;
- varicocele secondario, frequente negli over 40, che consiste sempre nella dilatazione delle vene del plesso pampiniforme ma, stavolta, quest’ultima è determinata dalla presenza di un tumore addominale o pelvico.
Ancora oggi non è ben chiaro il meccanismo con cui insorge il varicocele; tuttavia, gli esperti hanno provato a formulare due teorie, una per il varicocele idiopatico e l’altra per il varicocele secondario.
Si parte da un presupposto: al pari di tutte le vene del corpo umano, anche quelle del plesso pampiniforme sono dotate, lungo le pareti interne, di un sistema di valvole che permette di condurre il sangue povero di ossigeno verso il cuore.
Per quanto riguarda il varicocele idiopatico, l’origine sarebbe in un malfunzionamento di questo sistema di valvole che farebbe tornare indietro il sangue povero di ossigeno, facendolo sostare nei vasi venosi coinvolti e provocandone, quindi, la dilatazione.
Si continua con un altro presupposto: di norma, il sangue povero di ossigeno che fuoriesce dai testicoli e si dirige verso il cuore passa, in ordine, dal plesso pampiniforme, dalle vene testicolari, dalla vena renale sinistra e, in ultimo, dalla vena cava inferiore.
Il varicocele secondario, quindi, scaturisce dalla presenza di un tumore addominale o pelvico che comprime le vene collocate al monte del plesso pampiniforme e rallenta la circolazione sanguigna; ne consegue che il sangue staziona lungo le stesse vene e ne induce la dilatazione anomala.
Quali sono i sintomi del varicocele?
Come accennato, il varicocele è quasi sempre asintomatico, quindi non provoca disturbi particolari nel paziente. In casi più rari, invece, può causare gonfiore in prossimità del testicolo e dolore allo scroto.
In particolare, il dolore da varicocele è sord, persistente e:
- aumenta in intensità dopo essere stati a lungo in piedi;
- aumenta di sera;
- si riduce quando ci si corica a pancia in su.
Solo in pochissimi casi il dolore da varicocele è acuto e non sordo. In ogni caso, è molto importante rivolgersi immediatamente al medico per riferire i sintomi – soprattutto se si notano dolore e gonfiori anomali, oltre che la differenza di dimensioni tra i due testicoli – e intervenire il prima possibile.
Questo perché, se sottovalutato, il varicocele può comportare diverse complicanze, di cui due più gravi:
- atrofia testicolare, cioè una riduzione della massa (e, quindi, delle dimensioni) di uno o di entrambi i testicoli. Attualmente, non è ben noto in che modo il varicocele causi questa condizione ma, secondo le ipotesi più attendibili, dipenderebbe da un ristagno di sangue lungo le vene del plesso pampiniforme. Questo sangue, a sua volta, determinerebbe un accumulo di tossine e prodotti di scarto nocivi per il testicolo, oltre che un ostacolo alla fisiologica circolazione arteriosa incaricata di mantenere in vita le cellule testicolari;
- infertilità maschile, sulla quale incide probabilmente lo stesso ristagno di sangue all’origine dell’atrofia testicolare. Questo perché il varicocele comporta anche un aumento della temperatura intorno ai testicoli, al punto da compromettere la formazione dello sperma e la capacità di movimento degli spermatozoi. Per fortuna, il varicocele è responsabile di infertilità maschile in pochissimi casi (secondo le statistiche, in 2 uomini su 10).
Come si diagnostica il varicocele?
La diagnosi di varicocele, così come avviene presso il Poliambulatorio Jesolo Medical care, si basa su indagini cliniche che prevedono l’anamnesi (con il racconto dei sintomi da parte del paziente), l’esame obiettivo e un’ecografia scrotale. Se il varicocele è asintomatico, allora l’unico modo per diagnosticarlo è tramite ecografia.
Come si cura il varicocele?
Il trattamento del varicocele dipende dalla sua tipologia, se idiopatica o secondaria e nel primo caso, il più comune, la cura è destinata alla sintomatologia; di conseguenza:
- se il varicocele è asintomatico e non compromette la qualità della vita del paziente non richiede alcun trattamento specifico;
- se il varicocele provoca disturbi sporadici al paziente, allora potrebbe essere utile ricorrere a trattamenti conservativi non invasivi, anche farmacologici;
- se, infine, il varicocele si contraddistingue per dolore scrotale persistente, riduzione della fertilità e/o atrofia testicolare, allora l’unica strada da percorrere è quella della chirurgia o della radiologia interventistica.
Quando si ha a che fare, invece, con varicocele secondario, la cura è destinata alla causa scatenante e consiste nella maggior parte dei casi nell’asportazione chirurgica della massa tumorale collocata a livello addominale o pelvico. Una volta rimosso il tumore, teoricamente, il flusso sanguigno venoso lungo il canale scrotale e addominale dovrebbe ripristinarsi, in modo da annullare la dilatazione anomala del plesso pampiniforme.
Si può prevenire il varicocele?
Purtroppo no, non è possibile prevenire il varicocele. L’unica possibilità a disposizione del paziente è lo screening costante a partire dall’età dello sviluppo, dato che l’unico modo per evitare le conseguenze più gravi è la diagnosi precoce.